Foto di Gian Luca Cocchi |
Il modello è un kit Revell scala 1/48 in scatola originale del 1979, dedicato alla versione Mk II. In realtà è un Mk I a tutti gli effetti, del Mk II ha solo il foglio decals, ovviamente inutilizzabile vista l'età. La scatola è stata rinvenuta in una scaffalatura dello "stanzino dei miracoli" del negozio Hobby Center di Parma. Due parole su questo negozio, storico a dir poco per la nostra città: lo frequento da più di trent'anni, prima al seguito di mio padre (vedi post di apertura blog) e poi autonomamente, e da che mi ricordi io, non è cambiato di una virgola in tutti questi anni! Le generazioni modellistiche si sono succedute, e se trent'anni fa le parole più utilizzate da mio padre in quella sede erano "Simone, stai fermo!" ora le mie, che ci vado con mio figlio Federico, sono "Fede, stai fermo!".
Si, perchè Bruno (il titolare) ha la caratteristica di disporre tutto il materiale come un gigantesco domino, e al minimo movimento poco accorto si può innescare una caduta a cascata di scatole, cataloghi, colori e quant'altro! E poi c'è appunto lo stanzino dei miracoli, dove puoi trovare scatole che giò trent'anni fa erano nella stessa identica posizione, e per un nostalgico come me, non fanno altro che dirmi "ti prego, portami con te, ho soggiornato fin troppo qui..."
Impietosito dall'invocazione dello Spit in questione ho deciso di portarmelo a casa, unitamente al suo compagno di scaffale, un P-51D sempre in 1/48, sempre della Revell, sempre dello stesso anno.
Il modello è ovviamente datato, con interni modestamente dettagliati, pannellature in positivo e alcune inesattezze di linea (schiena troppo dritta, assenza del caratteristico gull wing nella parte posteriore del cassone alare centrale), ed avendo in casa uno Spit Tamiya destinato ad un Mk I con schema continentale classico, ho optato per questa versione alquanto (cromaticamente) discutible...
Il colore Camo Pink, per chi non lo sapesse, è stato sviluppato degli Inglesi per i ricognitori che dovevano agire all'imbrunire e a bassa quota, con il cielo che assumeva per effetto dei raggi solari sulle nuvole un colore rosato.
Foto di Gian Luca Cocchi |
Il colore Camo Pink è stato ottenuto mixando acrilici Tamiya rosso, bianco e giallo in proporzioni variabili, spruzzati non uniformemente per non appiattire il tutto.
I pannelli sono stati evidenziati con leggerissime passate a pennello asciutto con colore a olio Terra d'ombra con una punta di rosso a smalto Humbrol per richiamare la tinta rosata.
Sporcature e affumicature farie sono state effettuate con l'aiuto dell'aeropenna e una limitata micropittura a olio.
Le decals provengono da un mix di recupero, se non ricordo male le coccarde sono di uno Spitfire Mk 24 Airfix e i codici LY sono le vecchie decals Revell bianche (o meglio, gialle...) rifilate e spruzzate con la giusta tonalità di grigio.
Per il momento posto solo due immagini fatte prima di un "incidente sul set", appena riparato il modello ne scatteremo altre e non mancherò di postarle.
Il modello finito ha suscitato (come onestamente immaginavo) l'ilarità e la curiosità generale, a partire da mio figlio Fede, che appena l'ha visto ha esclamato -"ma papà, un Spit rosa? È da femmina!"- per arrivare ai commenti di tutti i clienti del negozio Masterminiatures di Modena, dove l'amico Gian Luca ha dichiarato di non aver mai avuto un modello in vetrina che suscitasse tanta curiosità anche nel pubblico femminile!
Alla prossima
Lauch